Aldo Perillo
La casa editrice “Edizione Langhe Roero Monferrato” ha pubblicato la biografia di Aldo Perillo, napoletano, nato il 21 gennaio 1937 ma divenuto cittadino albese alcuni anni fa. L’autore nel volume ripercorre i suoi primi trent’anni vissuti nella città di Napoli.
Racconta l’autore: «L’idea di scrivere un libro mi è venuta il 27 gennaio scorso, quando tutto il mondo festeggiava il Giorno della Memoria; nell’occasione si ricordavano le mostruosità della Seconda guerra mondiale, i misfatti terribili della Germania nazista, i crimini orribili per i quali non possiamo esimerci dalle nostre responsabilità e complicità. Tutto ciò mi ha improvvisamente illuminato e come per incanto sono affiorati alla mente i ricordi della mia fanciullezza. …Diavolo! Ho pensato… Ma io c’ero! I miei primi ricordi affiorano dal 1940, da quando l’Italia di Mussolini, alleandosi con la Germania di Hitler, aveva dichiarato guerra all’Inghilterra (10 giugno 1940)».
Perillo racconta i momenti difficili passati durante la guerra insieme ai genitori e alle sorelle, il servizio militare prestato nella Marina Militare a Taranto, le associazioni sportive che lo hanno aiutato a crescere e successivamente il mondo del lavoro ottenendo il primo contratto con la ditta di macchine per cucire Singer. Dopo l’esperienza della vendita porta a porta è passato poi al mondo della stampa fornendo il materiale alle tipografie e litografie di Napoli diventando prima rappresentante poi distributore di numerose importanti cartiere italiane.
«Mi è stato chiesto da più parti come sia nata l’idea di una ricostruzione della mia vita», dice l’autore. «Credo sia una bella domanda alla quale non è stato facile rispondere, ma con un ulteriore approfondimento ho creduto di essere in grado di spiegare: sono innamorato della vita! Penso che nel bene e nel male tutto sia vita e che essa rappresenti il dono più bello che nostro Signore ci ha concesso. Ho circa 84 anni, so benissimo di essere alla fine del mio cammino, ma con questa pubblicazione non faccio altro che provare a continuare a vivere nel cuore delle persone che mi hanno voluto bene, di quelle che mi hanno stimato e perché no, anche di coloro che per qualche ragione credono e ricordano di aver subito dei torti».