Stefania Camoletto
Quando comunemente si pensa ad Alba, si ergono altisonanti gli stemmi di casa Ferrero e Miroglio, poi viene in mente il preziosissimo tartufo a cui è dedicata la rinomata Fiera e per ultima, ma non meno importante, la sua pregiata produzione vitivinicola. Alba è made in Italy, è una città di eccellenze, si presenta agli occhi degli storici, dei sociologi e dei semplici turisti quasi come un’”anomalia” nel contesto nazionale e nel panorama mondiale. Ma contrariamente a quanto si possa pensare la storia della città non è sempre stata lineare e costellata di glorie e successi: è opportuno, a tal proposito, ricordare come la rinascita di questo territorio e gli esordi del suo straordinario percorso di sviluppo gettino le loro radici in un periodo di sofferenza e grandi difficoltà… Questo breve studio ripercorre dal secondo Dopoguerra ai giorni nostri le principali vicende economiche, storiche e socio-politiche che siglarono questo caso di sviluppo locale “da manuale”, determinando la svolta da città della Malora fenogliana a sito Patrimonio dell’Umanità. Oltre ad uno studio di carattere sociologico, questo scritto vuole essere un sincero omaggio e un riconoscimento agli “uomini di buona volontà”, i coraggiosi protagonisti della ricostruzione che per primi riconobbero, senza snaturare, l’identità territoriale e culturale locale, strinsero un patto indissolubile con il territorio determinandone, con perseveranza e ineguagliabile lungimiranza, l’autoriconoscimento ed il successo.